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28 ottobre 2010
"La Castagna: dono di Dio alla Montagna"
Convegno tecnico sulla castagna nel territorio Monregalese nell'ambito della "XXII Sagra della Castagna" - Palasagra di Frabosa Sottana - sabato 23 ottobre 2010
Nell’ambito della “XXII edizione della Sagra della Castagna” di Frabosa Sottana (22-24 ottobre) si è tenuto il primo convegno tecnico, voluto fortemente dal Sindaco di Frabosa Sottana Giovanni Comino, quest’anno dedicato alla Castagna dal titolo “La Castagna: dono di Dio alla Montagna”, con relatore il Dottor Giacomo Cavallotto, Presidente del Comizio Agrario di Mondovì.
La castagna, frutto particolare e curioso, ha rappresentato per secoli fino agli anni 50 una fonte di sopravvivenza per gli abitanti delle nostre montagne: un dono di Dio. Quando ancora non esistevano i supermercati, la distribuzione capillare, i servizi di trasporto e molti dei sistemi di conservazione a cui oggi siamo abituati, la castagna era detta “il pane dei poveri” e rappresentava, insieme alla polenta, uno degli elementi base nelle valli alpine piemontesi.
Oggi nella “granda” i castagneti rappresentano circa 32mila ettari che si alternano ai boschi misti di latifoglie o alle aree a prato e prato pascolo.
I castagneti da frutto sono ormai molto ridotti (in seguito al cancro della corteccia e al mal dell’inchiostro) in Italia e anche nelle nostre vallate, anche se in questo ultimo decennio la castanicoltura ha dato segni incoraggianti di ripresa. Numerosi vecchi castagneti da frutto sono stati sottoposti ad una potatura di ringiovanimento, l’infezione del cancro della corteccia sta registrando un regresso mentre le quotazioni di mercato sono particolarmente allettanti per i produttori.
Il castagno europeo (castanea sativa) e' una pianta longeva, alta fino a 25 metri, con tronchi di circonferenza talora imponenti, chioma espansa e molto ramificata, foglie caduche, di forma ellittico-allungata, a margine seghettato, quasi coraicee, di colore verde intenso e lucide, più chiare nella parte inferiore.
Pianta monoica. Le infiorescenze maschili sono rappresentate da spighe lunghe 10-20 cm di color giallo-verdastro. Quelle femminili sono costituite da fiori singoli o riuniti a gruppi di 2-3 posti alla base delle infiorescenze maschili. La fioritura si ha in piena estate. Il frutto è rappresentato da una noce detta castagna, interamente rivestita da una cupola spinosa, detta riccio. L'impollinazione può essere anemofila o entomofila, per cui molto importante è la presenza delle api.
Il castagno ama i terreni profondi, leggeri, permeabili, ricchi di elementi nutritivi, con pH tendenzialmente acido, con poco o privi di calcare. Non sopporta i terreni pesanti e mal drenati. E’ una pianta eliofila, ama i climi temperati, pur sopportando freddi invernali anche molto intensi.
Il castagno nelle nostre valli lo si può trovare dalle zone collinari (400 metri) fino alla media montagna (800-900 metri).
L’origine della castanicoltura cuneese è antichissima. I primi riferimenti si hanno verso la fine del XII secolo e sono contenuti nel carteggio della Certosa di Pesio in cui relativamente alle acquisizioni territoriali un quinto dei terreni coltivabili era rappresentato dal castagno. Ancora agli inizi del 1800 il paesaggio agrario del posto dimostrava come il castagneto continuava ad essere al centro della vita contadina del luogo. La stessa operazione di raccolta, in passato creava nei villaggi un profondo senso di socialità, nella quale venivano coinvolte soprattutto le donne, mentre gli uomini erano impegnati al trasporto e alla battitura. Il commercio dell’epoca era basato principalmente sulla compravendita di questo frutto. Il mercato più importante era quello di Cuneo, dove durante la Fiera di San Martino, l’11 novembre, le castagne venivano quotate addirittura al prezzo delle uve di maggior pregio. La sagra più antica comunque rimane la “Fiera Fredda di San Dalmazzo”che con i suoi 430 anni di storia è la dimostrazione di quanto forte sia il legame tra la popolazione montana e la castagna.
LE 26 VARIETA’ DI CASTAGNO DEL MONREGALESE
Di queste 26 varietà di castagno, catalogate ai primi decenni del ‘900, oggi nel territorio monregalese ed in particolare a Frabosa Sottana ne sopravvivono circa una decina, meno della metà a causa dell’abbandono di molti castagneti. Le più diffuse sono la Gavot, la Gentile, la Gabbiana, la Ciapastra e la Servaj Buia.
1. BASTERA – Sinonimo BASTIE’. Pianta vigorosa con tronco dritto, di buona produttività. Frutto di pezzatura medio – grossa con polpa di buon sapore. Particolarmente idonea al consumo fresco. Diffusa nelle zone castanicole alle basse altitudini. A maturazione tardiva.
2. BUTTALA – Sinonomo BUTTALINA. Pianta di medio vigore con chioma espansa, di elevata produttività. Frutto di piccola pezzatura di modesto pregio, diffusa nella zona altitudinale media del castagno.
3. CIAPASTRA – Sinonimo CHAPASTRON, BELLAVITA, TEMPURI. Pianta di buon vigore con chioma irregolare. Frutto di pezzatura medio-grossa di buon sapore. La maturazione è precoce ed il frutto si presta per il consumo fresco. La pianta evidenzia una buona resistenza al gelo invernale e può essere coltivata fino a contatto con il faggio, cioè fino a quote elevate.
4. CIRIA – Sinonimo SIRIA. Pianta di buon vigore, rustica, di buona produttività. Frutto di pezzatura medio-piccola. Polpa biancastra, compatta. Idonea al consumo fresco e per le castagne secche. Polpa di buon sapore. Un tempo considerata pregiata, oggi in via di estinzione. Diffusa con qualche esemplare in tutta la zona castanicola.
5. CROV – Pianta di buon vigore e sviluppo regolare, Frutto di pezzatura grossa, di forma irregolare. Frutto adatto al consumo fresco, di buon sapore. E’ bene coltivarlo alle basse altitudini.
6. FRATTONA – Pianta vigorosa simile alla Gabbiana, caratterizzata da una elevata rusticità e buona produttività. Frutto di pezzatura media con polpa compatta di colore bianco – giallastro, di buon sapore. Idonea al consumo fresco e per le castagne secche. Epoca di maturazione intermedia. Il legno di questa varietà risulta particolarmente ricco di tannino. Diffusa in tutta la zona castanicola del Monregalese.
7. FUSERA – Pianta di medio vigore con chioma espansa. Frutti di piccola-media pezzatura. Di importanza marginale. Diffusa con un numero limitato di soggetti in alta valle Tanaro.
8. GABBIANA – Pianta vigorosa con chioma mediamente espansa, di elevata produttività. Frutto di pezzatura media a maturazione tardiva. Polpa compatta di buon sapore. Buona per il consumo fresco e ottima per le castagne secche. Diffusa nell’alta valle del Tanaro (Garessio).
9. GAGGIA – Sinonimo GABBIA. Pianta vigorosa a portamento eretto, caratterizzata da un’elevata produttività. Frutto di media pezzatura con polpa che si presta al consumo fresco e, soprattutto, alla produzione di castagne secche. Diffusa nelle colline della Langa Monregalese.
10. GENTIL VERDEIS – Pianta di vigore medio con chioma mediamente espansa, di buona produttività. Frutto grosso di forma quasi simile al Marrone. Polpa di buon sapore. Idonea al consumo fresco. Maturazione tardiva. Diffusa nelle basse altitudini delle zone castanicole.
11. GENTILE NERO – Pianta di buon vigore e di elevata produttività. Frutto di media pezzatura, di ottimo sapore, idoneo al consumo fresco. La maturazione è precoce e va coltivato nelle altitudini basse.
12. GENTILE ROSSO – Pianta vigorosa a sviluppo irregolare, di buona produttività. Frutto di media pezzatura, di ottimo sapore, idoneo al consumo fresco. La maturazione è precoce e va coltivato nelle altitudini basse.
13. MARRONE – Pianta vigorosa, di media produttività e piuttosto esigente rispetto al clima, il terreno, l’altitudine e l’esposizione. Frutto di pezzatura medio grossa con polpa intera di ottimo sapore. La Pianta è delicata e va coltivata solo nei terreni freschi, fertili, con esposizione Sud e Sud-Ovest ad altitudine limitata. La pianta, per produrre, necessita della impollinazione fornita da impollinamenti giusti (ibridi Eurogiapponesi e castagna della Madonna).
14. NARI – Pianta mediamente vigorosa a fusto eretto. Frutto di media pezzatura, di discreto sapore. Matura precocemente e si presta alla trasformazione in castagne secche. Diffusa alle basse altitudini.
15. PATAC – Pianta vigorosa di buona produttività. Frutto di grossa pezzatura a maturazione precoce. Esige terreni freschi, fertili e bene esposti. Valida per la precocità di maturazione e per la elevata pezzatura dei frutti. Diffusa nell’alta valle dell’Ellero.
16. PRUSE – Sinonimo PELOSE. Pianta simile alla Gabbiana, di buona produttività. Frutto di pezzatura piccola, di colore rossastro scuro e ricoperto di una fine peluria. Polpa bianca, soda, di buon sapore. La maturazione è tardiva. Diffusa nell’area di Viola.
17. ROSSARIA – Sinonimo ROSSA. Produce castagne di pezzatura medio-piccola appuntite. Normalmente il riccio contiene un solo frutto. Diffusa in alta valle del Tanaro. Di importanza secondaria.
18. ROSSARINA – Pianta mediamente vigorosa a sviluppo irregolare, di buona produttività. Frutto di media pezzatura con buccia pelosa. Polpa tenera di ottimo sapore. Si presta al consumo fresco ed alla trasformazione in castagne secche. Diffusa nell’alta collina di Montezemolo.
19. RUENA – Sinonimi RAVENNA, REMNE’, GAVOT. Pianta vigorosa di buona produttività. Frutto di pezzatura media con polpa di buon sapore. Idonea al consumo fresco e per le castagne secche. A maturazione precoce. Diffusa nelle zone di Pamparato, Roburent, Frabosa.
20. SARVAJET – Pianta di medio vigore, di buona produttività. Frutto di pezzatura medio-piccola. Polpa compatta di buon sapore. Idonea al consumo fresco. Maturazione intermedia. Diffusa nella Valle Casotto.
21. SERVA DI BUIA – Pianta vigorosa. A fioritura e maturazione tardive. Resistente al gelo. Frutto medio-grosso di ottimo sapore. Apprezzato per il consumo fresco e per le castagne secche. Centro di produzione Montaldo Mondovì.
22. SPINA LUNGA – Pianta vigorosa a sviluppo uniforme, di buona produttività se risulta ben impollinata. Frutto di pezzatura medio-piccola con polpa di buon sapore. Idonea al consumo fresco. La maturazione è intermedia.
23. TEGA D’AGLIO (Spicchio d’aglio) – Pianta di medio vigore e produttività elevata. Sovente i ricci contengono sino a 6-7 frutti. Frutti piccolo con polpa di sapore dolce. Sotto l’aspetto produttivo riveste una importanza marginale mentre risulta pregiato il legno che si presenta duro resistente e particolarmente ricercato come ottimo legname da lavoro. Diffusa nella montagna di Alto.
24. TEMPORI DI MONTEZEMOLO - Pianta di medio vigore ad elevata produttività, sensibile alle prime gelate autunnali. Frutto piccolo che si raccoglie nella prima decade di settembre, di sapore mediocre. Adatto solo per caldarroste.
25. TEMPURI DI ROCCAFORTE – Pianta mediamente vigorosa con chioma espansa e pendente verso terra ad elevata produttività. Frutti di pezzatura medio - piccola con polpa di sapore mediocre. Si presta per le caldarroste.
26. TEMPURI PRIMATICCIA – Varietà precoce, nella cascola dei frutti (prima metà di settembre) diffusa lungo le colline che costeggiano la vallata del Tanaro. Il sapore del frutto è mediocre, si presta solo al consumo fresco.
COME SI CONSUMA
Oltre al consumo del prodotto fresco, la castagna è impiegata in moltissime pietanze dalle più semplici della tradizione contadina fino alle ricette più elaborate. Accanto alle classiche castagne bollite o arrostite trovano posto i “marron glacè”, il rotolo di cioccolato con i marroni, le altre preparazioni salate, come l’arrosto di maiale e il capriolo con le castagne.
IL VALORE NUTRIZIONALE DELLE CASTAGNE
I valori nutritivi medi delle castagne ed il loro contenuto in minerali e vitamine in 100 grammi di prodotto fresco, sono come segue:
La parte mangiabile è di 69 g, il contenuto in acqua è di 31 g, Kcal 189, Kj 791, proteine 2,9, zuccheri solubili 8,1, amido 36,7, grassi 1,7 saturi 0,31, monoinsaturi 0,67, polinsaturi 0,62, ac. Oleico 0,61 ac. Linoleico 0,60, ac. Linolenico 0,07, fibra 9 g, ferro (Fe) 1,2 mg, calcio (Ca) 38 mg, sodio (na) 11 mg, potassio (K) 500 mg, fosforo (P) 89 mg, Zinco (Zn) 1,8 mg, vit B1 0,22 mg, vit B2 0,35 mg, vit B3 1,4 mg, vit B6 0,42 mg, ac Folico 62 mg, vit E 0,98 mg, vit C 2 mg.
Si ringrazia per il materiale fornito il Dr Giacomo Cavallotto, Presidente del Comizio Agrario di Mondovì.