16 maggio 2013

Frabosa Sottana ha ospitato l'aggiornamento ORTAM Piemonte Valle d'Aosta. Il nuovo sentiero Francesco Musso che collega Miroglio a Frabosa Sottana, sistemato e reso fruibile dai volontari del CAI

Nei giorni 11 e 12 maggio si è svolto a Frabosa Sottana, ospitati nella sala riunioni dell'Albergo Italia il corso di aggiornamento ORTAM Piemonte Valle d'Aosta promosso dalla Commissione TAM interregionale (Tutela Ambiente Montano).
Il sabato è stato dedicato al corso teorico con vari interventi, la domenica si è proceduto ad esaminare il territorio con l'escursione su due sentieri che vanno a congiungersi: partenza dalla frazione Serro di Frabosa Sottana, salita alle Rocce Costabella, arrivo a Crevirola per giungere a Miroglio. Da qui parte il nuovo sentiero Francesco Musso, inaugurato nell'ottore 2012, dedicato alla memoria dell'ex presidente della CITAM, che in questi mesi i volontari del CAI hanno provveduto a sistemare per renderlo nuovamente percorribile dopo anni di abbandono.


La descrizione tecnica del sentiero in oggetto


Nome: Sentiero Francesco Musso, Rocca Davì


Gruppo montuoso: Alpi Occidentali e nella fattispecie Alpi Liguri.
Punto di partenza: Miroglio (762 m), quota vetta: Rocca Davì (832m)
Punto di arrivo: Frabosa Sottana (641m). Lunghezza km 3,300. Dislivello 250 mt.
Durata percorso 3 h.

Difficoltà: Escursionistica (salvo la digressione non obbligata alla vetta PD-)
Periodo: Tutto l’anno vista la bassa quota, esclusi soltanto i periodi di nevicate eccezionali

Accesso: Autostrada Torino, Savona, uscita a Mondovì, proseguimento per Villanova, deviare quindi a sinistra ove vi è il cartello per Frabosa Soprana, Stazioni sciistiche. La frazione che fa da spartiacque è Frabosa Sottana. Da qui si prosegue a destra in direzione di Artesina e Prato Nevoso. Attraversare su un ponte che s’incontra prima del paese di Miroglio il torrente (strada che valica il Maudagna e si dirige al Camposanto della frazione in oggetto), parcheggiando subito oltre il ponte (destra idrografica), in concomitanza del primo cartello ambivalente che indica il sentiero Francesco Musso.



Il cartello che indica l'inizio del Sentiero Francesco Musso a Miroglio



Itinerario: Dal parcheggio si segue il sentiero dell’acquedotto fino ad una prima chiusa. Transitare a destra sino a portarsi sull’acquedotto vero e proprio. Percorrerlo per circa 1 km. Caratteristico è un primo rientro con mancorrente. Dopo altri 500 metri s’incontra la galleria di cui l’ENEL ha la manutenzione che resta per gran parte dell’anno chiusa al pubblico. Qui il sentiero s’interrompeva. Grazie al lavoro compiuto dai volontari Beppe Borione, Franco Stuardi, Massimo Viglietti, Daria Fava, Remigio Guardiano, Paola Tirone e Lodovico Marchisio, si scavalca ora, in attesa che venga completamente allestito, sul lato a monte, la galleria riaprendo definitivamente il vecchio percorso pedonale che collegava un tempo Miroglio con Frabosa e che a causa di quest’interruzione si era perso nella memoria dei tempi.
La prima chiusa che si incontra sul torrente Maudagna


Sul colletto antistante, prima di scendere dal lato opposto e tornare sul sentiero dell’acquedotto, si trova la targa del sentiero dedicato alla memoria di Francesco Musso. Solo per chi non soffre di vertigini è da qui possibile una digressione alla vetta della Rocca Davì (dal sentiero pianeggiante alla vetta meno di 60 m di dislivello in totale, 15 m per ascendere il cocuzzolo finale). Dalla targa su menzionata quindi girare a sinistra (passo di I°) per salire il torrione alla base dell’ampio spiazzo erboso. Il torrione più alto che si stacca dal prato di 15 m si sale a sinistra di chi sale per una facile crestina esposta di II°. In vetta vi è il nome della guglia salita (versante nord).


Il bosco iniziale

La targa del sentiero dedicato alla memoria di Francesco Musso
La vetta di Rocca Davì 832 mt




Tornati all’intaglio o colletto scendere ripidamente per tornare sul sentiero dell’acquedotto oltre la galleria. Da qui continuare fino ad un arco naturale molto basso che si può evitare sulla sinistra o compierlo a carponi.


Arco naturale molto basso che si può evitare sulla sinistra o comperlo a carponi

Poco oltre s’incontra un secondo sbarramento consistente in un ponte dell’ENEL vietato ai passanti. Occorre scendere sulla destra a lato del ponte stesso (verso di marcia) per una breve traccia che sarà presto rifatta durante l’allestimento del sentiero in maniera ben più distinguibile, sino a scorgere una casetta in legno usata dai gestori della grotta del Caudano che si invita a visitare (digressione di un’ora telefonando a Paolo Voarino, responsabile delle visite) tel.339/5928256. oltre la visita della grotta, possono anche sostare nei pressi dell’antro turistico un’altra oretta visitando il “parco avventura” ove si potranno compiere passaggi acrobatici in totale sicurezza con l’attrezzatura fornita dai gestori delle grotte e sotto la loro attenta vigilanza.
Il ponte dell'ENEL

Il sentiero all'altezza de Parco Avventura del Caudano


Il sentiero, oltrepassato il "Parco Avventura" prosegue in piano sin sopra l'abitato di Frabosa Sottana. A sinistra di un tubo di contenimento dell'acqua il sentiero scende a zig-zag infilandosi nel sottostante bosco di castani sino a sbucare cento metri sopra Frabosa Sottana, sulla strada che da Sottana porta alla frazione Serro di Soprana. Si consiglia di lasciare un'auto all'arrivo e una alla partenza per poter tornare a riprendere il vostro mezzo.



Il tratto finale che conduce al bosco sopra Frabosa Sottana
 

Il tratto finale di bosco prima di arrivare sulla strada provinciale a Frabosa Sottana


Il resoconto di Lodovico Marchisio Presidente della Commissione TAM Piemonte Valle d'Aosta sul notiziario on-line del CAI "Lo scarpone"   www.loscarpone.cai.it


Il territorio in "esame", per "esaminare" gli operatori. L'11 e 12 maggio si è svolto l'aggiornamento ORTAM per i titolati di Piemonte e Valle d'Aosta.

 

I partecipanti al corso alla partenza del sentiero Francesco Musso




L’aggiornamento ORTAM (Operatori Regionali Tutela Ambiente Montano) che si è tenuto a Frabosa Sottana presso l’accogliente struttura dell’Albergo Italia l’11-12 maggio 2013 per tutti i titolati operanti in Piemonte e Valle d’Aosta, ha avuto un vero successo sia per le tematiche trattate, sia per la collaborazione di tutti gli enti operanti sul territorio in esame.


Quest’incontro è stato preceduto da un lavoro veramente notevole da parte di Giuseppe Borione e Daria Fava nella giornata di giovedì 9 maggio per definire e realizzare il sentiero che domenica 12 maggio ha poi  visto confluire un gran numero di sezioni CAI, esaminati, esaminatori, autorità locali e collaboratori esterni grazie finalmente ad una giornata di sole.

Il tema dell’aggiornamento è stato “La frequentazione motorizzata di sentieri e relativo impatto ambientale” e l’incontro ha avuto luogo con inizio alle ore 10,00 di sabato 11 maggio a Frabosa Sottana presso l’Albergo Italia. Dopo i saluti del sottoscritto quale presidente della CITAM(*) e l’apertura dei lavori, portando i saluti del Presidente della Commissione Centrale TAM Miranda Bacchiani, è seguito il saluto del Sindaco di Frabosa Sottana Giovanni Comino, che si è dimostrato soddisfatto e molto partecipativo grazie al fatto che è stata scelta la sua località e ci legge pertanto un suo toccante brano sulle stelle alpine scritto 50 anni fa, donando inoltre alla commissione una copia ormai rarissima del testo “Frabosa Vecchia” (Storia di gente venuta dal monte che sul monte ha vissuto, sofferto e sperato) di Aldo Mainardi.


E' intervenuto quindi Gianni Dulbecco, prezioso collaboratore e “mentore” che ha fatto un po’ da tramite con tutti (Museo di Miroglio, Albergo Italia, Gestori delle Grotte del Caudano e autorità di Frabosa Sottana), che offre una significativa pergamena a ricordo di questo riuscito convegno alla nostra commissione CITAM e ad Anna Viglietti, titolare dell’albergo che ci ospita.


Non poteva di certo mancare il Presidente del CAI di Mondovì Giorgio Aimo, attivissima sezione locale che si è unito con parole di viva soddisfazione in compartecipazione a quest’incontro. Per l’importanza dell’evento, ci ha onorato della sua presenza anche Michele Colonna, massima autorità del CAI in ambito piemontese, presidente infatti del gruppo regionale della nostra regione, che tiene una brillante conferenza in sostituzione al presidente del CAI di Cuneo sulla “Mozione Alpi del Sole e sull’eliski” facendo ben presente quanto i mezzi motorizzati, di terra (fuoristrada e moto) di neve (motoslitte) e di aria (elicotteri), siano dannosi alla conservazione dell’ambiente e degli animali.


L’eliski in particolare che porta sciatori ad alta quota crea uno “stress” incredibile agli animali che con penuria di cibo e senza riserve di grassi durante la stagione invernale e primaverile ancor ricca di neve, rischiano, fuggendo impauriti, anche la morte. In maniera molto esaustiva Michele Colonna fa notare che anche lo sciatore alpinista che sale in quota senza mezzi meccanici, deve comunque prestare un occhio di riguardo al fine di non spaventare eventuali animali che può incontrare durante la gita.


Tornando ai mezzi meccanici quindi il nostro presidente CAI Regionale ribadisce che i medesimi devono essere consentiti solo in caso di soccorso, per portare materiali necessari alla manutenzione dei rifugi che non si possono condurre a spalla e per le eccezioni verso chi gestisce gli alpeggi e casi similari.

I successivi interventi dei tre operatori TAM facenti anche parte del direttivo della nuova CITAM, entrando nei particolari di questo delicato argomento che è la principale ragione di questo incontro, hanno disspato quasi tutti i dubbi inerenti il non facile problema trattato. Inizia Massimo Andreis Allamandola che tiene un’interessante discorso sulla “Frequentazione motorizzata dei sentieri” analizzando i possibili sviluppi ed i relativi impatti di un “nuovo” turismo motorizzato in montagna. Segue Ivo Reano che istruisce l’interessato pubblico sull’importanza di conoscere meglio e più approfonditamente “la Legge che regola le normative sui sentieri della Regione Piemonte” a cui si aggancia il segretario della CITAM Andrea Sappino che estende il discorso alla “legge che regola i sentieri della Regione Valle d’Aosta e al regolamento valdostano sull’eliski”.


A tale proposito Andrea fa notare che mentre la Val d’Aosta è una Regione esemplare per far rispettare le leggi giustamente restrittive su tutte le strade non adibite al normale traffico automobilistico, sull’Eliski purtroppo non ha saputo sinora frenare questo pericoloso fenomeno in espansione. Dopodiché vi è la pausa pranzo nella struttura ospitante.

Al pomeriggio proseguono i lavori e tutto l‘interesse è rivolto su Oscar Casanova, referente per l’area piemontese ligure e valdostana in Commissione Centrale, che ha tenuto un interessantissimo discorso sul tema: “La frequentazione motorizzata della montagna e i conseguenti impatti ambientali”.
Alle 16 il gruppo è stato ricevuto nel Museo della Montagna e delle sue genti a Miroglio dal Sindaco Giovanni Comino che ci ha illustrato personalmente tutto quanto contenuto in esso, compresi i due nuovi locali. Un patrimonio ineguagliabile, un passato che è ancora vivo, con reperti di ogni genere che fanno la storia di come si viveva qui in montagna neppure un secolo fa.


In seguito mentre un gruppo visita le Grotte del Caudano accompagnati da Paolo Voarino, presidente dell’Associazione Parco del Caudano, l’instancabile sindaco accompagna Oscar Casanova e il sottoscitto a visitare le tre miniere della zona (due di marmo nero) da tempo dimesse. Dopo una cena veramente prelibata, Marilena (moglie del compianto ex presidente CITAM Francesco Musso) ne ricorda l’attività svolta con delle immagini molto suggestive. A seguire viene presentato il sentiero aperto in sua memoria.


La domenica si apre con un briefing a cui fa seguito la vidimazione dei libretti per gli operatori TAM. Alla 10 si parte per l’escursione al sentiero “Francesco Musso” con la gradita partecipazione di iscritti al CAI di Peveragno, ove Francesco era socio, fra cui il presidente Giorgio Toselli. Il sentiero Musso ora è molto ampliato perché si unisce con il sentiero, che parte da Frabosa Serro, via del Biale, salendo in cima alle Rocce di Costabella, ove è stata rimessa la croce ripristinata dopo trent’anni di permanenza sulla cima.


Si scende quindi a Miroglio con un percorso a mezza costa toccando il suggestivo villaggio di Chivirora. Da qui si prosegue sul sentiero Musso vero e proprio che transita su un antico acquedotto tuttora funzionante sino al punto nevralgico risolto con uno scavalcamento della galleria di cui l’ENEL ha la manutenzione, valicando la quale si riapre definitivamente il vecchio percorso pedonale che collegava un tempo Miroglio con Frabosa e che a causa di quest’interruzione si era perso nella memoria dei tempi.


Sul colletto divisorio è stata posta la targa in ricordo di F. Musso e da qui con una breve digressione si può accedere alla cima della Rocca Davì con un passaggio finale alpinistico (II°). L’unione di questi due sentieri unisce e rivalorizza anche due palestre di arrampicata. Ora si spera che insieme alla totale valorizzazione di questo nuovo sentiero, si pensi altresì a riattrezzare le vie di roccia storiche esistenti sia sulle Rocce di Costabella che sulla Rocca Davì.


Il sentiero transita poi a lato delle Grotte del Caudano e ha termine a Frabosa Sottana dove con i saluti finali si chiude il corso di aggiornamento a questo ben riuscito raduno. Resta solo per noi del direttivo la riunione per verbalizzare tutti i punti più importanti dell’incontro e già lavorare ai futuri progetti, raggiunti dalla vicepresidente Elena Casanova, ieri in assemblea al CAI centrale di Milano con tutti i presidenti delle varie commissioni a rappresentarci. Una frase ha concluso degnamente anche la nostra assemblea interna: “Siamo ora più che mai consapevoli che nel direttivo della CITAM oggi siamo in “sei” e non in cinque, perché Francesco sarà per sempre dentro ognuno di noi”.


Lodovico Marchisio

03 maggio 2013

I 150 anni del CAI e l'aggiornamento degli operatori naturalistici a Frabosa Sottana 11-12 maggio 2013

 
 
 

Frabosa Sottana sarà teatro nei giorni 11 e 12 maggio 2013 di un convegno organizzato dal CAI di Torino e dal direttivo della Commissione interregionale della tutela ambiente montano (T.A.M.) fungente anche da aggiornamento per i nuovi operatori regionali naturalistici, nell'ambito delle celebrazioni per i 150 anni di fondazione del Club Alpino Italiano.
La manifestazione prevede al sabato il raduno dei partecipanti all'Albergo Italia alle ore 10,00, seguiranno i saluti di Lodovico Marchisio, del Sindaco di Frabosa Sottana Giovanni Comino, di Michele Colonna, del presidente CAI di Mondovì. A seguire le relazioni di Massimo Andreis Allamandola, Ivo Reano, Andrea Sappino. Dopo il pranzo alle 15,00 relazioni  del presidente CAI di Cuneo e di Oscar Casanova. A seguire le visite al Museo della Montagna di Miroglio con la partecipazione del Sindaco Giovanni Comino e di Gianni Dulbecco che illustreranno ai nuovi operatori naturalistici le sale del Museo che ha sede nelle ex scuole elementari della borgata e al Parco del Caudano, dove Paolo Voarino e l'associazione Parco del Caudano, spiegheranno ai convenuti il delicato equilibrio naturale delle grotte del Caudano che con i loro 3200 metri di lunghezza, sono turisticamente tra le più estese d'Italia e le più ricche di statattiti e stalagmiti. Nel tardo pomeriggio si terrà il convegno con proiezione di filmati e lezione di Oscar Casanova. Domenica sarà interamente dedicata a far conoscere ai nuovi operatori regionali il raccordo del sentiero Francesco Musso che va da Miroglio a Frabosa Sottana, con il sentiero delle Rocce di Costabella in frazione Serro. L'unione ideale di questi due sentieri sarà dedicato ai 150 anni del CAI. l'escursione sull'anello sentiero F. Musso e sentiero 150 CAI da Miroglio a Frabosa Sottana. Sotto il programma dettagliato dell'evento.


IL PROGRAMMA


SABATO 11 MAGGIO:

ore 10,00 - Ritrovo all'Albergo Italia di Frabosa Sottana.


L'Albergo Italia di Frabosa Sottana sede della manifestazione

 
ore 10,30 - Saluto di Lodovico Marchisio che introduce gli ospiti;
 
ore 10,30 - Saluto del Sindaco di Frabosa Sottana Giovanni Comino;
 
ore 10,45 - Saluto di Michele Colonna;
 
ore 11,00 - Saluto del presidente CAI Mondovì
.
ore 11,15 - Massimo Andreis Allamandola, "Frequentaqzione motorizzata di sentieri. Stato dell'arte";
 
ore 11,45 - Ivo Reano, "Legge sui sentieri della Regione Piemonte;
 
ore 12,15 - Andrea Sappino, "Legge sui sentieri della Regione Valle d'Aosta. Legge valdostana sullì'eliski;
 
ore 12,45 - Pranzo all'Albergo Italia.
 
ore 15,00 - Presidente CAI Cuneo, "Mozione Alpi del Sole su eliski";
 
ore 15,30 - Oscar Casanova, "Adattamenti della flora e fauna e impatto".

ore 16,00 - Un'laternativa non motorizzata di frequentazione. Escursione alle Grotte del Caudano  e al Museo della Montagna e della sua gente di Miroglio.


Il Museo della Montagna di Miroglio

Le Grotte del Caudano

ore 18,30 - Rientro in albergo.
 
ore 19,30 - Cena presso Albergo Italia

ore 21,30 - Serata in memoria di Francesco Musso e presentazione del Sentiero Musso.

ore 23,00 - Pernottamento nella struttura


Rocce Costabella - Il Sentiero Francesco Musso


DOMENICA 12 MAGGIO:

ore 10,00 - Partenza per l'escursione al sentiero "Francesco Musso". Difficoltà escursione : T, dislivello: 250 m; tempo di percorrenza: 4h30. Durante il percorso pranzo al sacco.
 
ore 16,00 - Arrivo a Frabosa Sottana. Saluti e congedo.



La paletta indicante il sentiero Rocce Costabella

Preparazione del Sentiero con l'apposizione delle
targhette indicanti il percorso







UN NUOVO SENTIERO COLLEGA MIROGLIO A FRABOSA SOTTANA

a cura di Paola Tirone e Lodovico Marchisio

Un nuovo sentiero intitolato alla memoria di Francesco Musso (presidente della commissione Tutela Ambiente Montano del CAI Piemonte) è nato in Val Maudagna (Alpi Liguri) tra Miroglio e Frabosa Sottana e percorribile dal 7 ottobre 2012, data dell’inaugurazione. Questo sentiero costruito dagli amici della GEB, sottosezione del CAI sezione di Torino verrà presto ripristinato totalmente dalle Alpi del Sole con la collaborazione del comune di Frabosa Sottana e del Club Alpino Italiano che con Lega Ambiente hanno abbracciato l’idea e lo hanno già inserito nei propri programmi di allestimento sentieri.

La valenza di questo tracciato è molteplice. In primo luogo accanto al posto di partenza vi è il Museo della Montagna di Miroglio che merita visitare. Esso ha sede nelle ex scuole elementari della borgata Miroglio, ed è stato istituito nel 2005 a cura di un gruppo di persone del paese, con lo scopo di conservare e non far dimenticare il patrimonio culturale della montagna con i suoi usi e costumi. In esso vi sono circa 800 oggetti catalogati, provenienti dal paese e zone limitrofe, dell’inizio del ‘900, donati dalla popolazione.

È costituito di 5 locali di diversa grandezza. Il primo è dedicato interamente al lavoro nei boschi e nei campi, vi sono gli attrezzi utilizzati per il taglio degli alberi, il trasporto e la lavorazione della legna, e per la raccolta della frutta. Il secondo locale è dedicato agli animali, al loro allevamento, alle produzioni ed al lavoro, vi sono gli attrezzi per la cura degli animali, per la mungitura e caseificazione, per il trasporto di oggetti e fieno. Nel terzo locale vi sono oggetti da lavoro e della vita quotidiana, come per esempio racchette da neve e sci, lampade, trappole per roditori; la quarta stanza è la ricostruzione della cucina con utensili come stoviglie e pentolame; nella quinta stanza vi sono le attrezzature della camera da letto, abbigliamento, banchi scolastici e utensili della cantina. Da poco è stata inaugurata una sala al piano interrato dedicata all’esposizione di preziosi ricordi del passato frabosano: cimeli di alpini, carabinieri, partigiani e della missione 700 ore sottoterra della grotta del Caudano. Orario di apertura del museo: dalle 15 alle 18 tutto l'anno il sabato e la domenica, in altri periodi su prenotazione telefonando all'Infopoint Mondolé (ufficio turistico) 0174/244481. Ingresso: intero 3 euro, gruppi di 15 persone su prenotazione: 2 euro, ridotto bambini fino a 10 anni: 1,50 euro.

Prima della relazione tecnica del sentiero ecco un po’ di storia di questa località. Frabosa Sottana è un comune della provincia di Cuneo, di circa 1600 abitanti residenti, posto alla confluenza di due piccoli corsi d’acqua (il Serro e lo Straluzzo) con il torrente Maudagna, che dà il nome alla valle, ha un territorio di circa 37 km2; la quota altimetrica va dei 490 m del punto più a valle ai 2280 m della cima del Mondolè. Il comune di Frabosa è composto da 7 frazioni (Gosi di Pianvignale, Pianvignale, Alma Ressia, Miroglio, Riosecco San Giacomo, Artesina, Prato Nevoso). La prima che si incontra, e quindi a bassa quota, è Gosi di Pianvignale, proseguendo dopo alcune centinaia di metri troviamo Pianvignale, circondata da boschi e vigneti, da cui il nome; nel periodo natalizio ha luogo il presepe vivente per le vie della frazione; poi segue Alma Ressia, anch’essa immersa in boschi di castagno, e dalla quale partono molti sentieri; poi Riosecco San Giacomo dove nel 1800 esisteva una fabbrica per la produzione di bottiglie in vetro e una per l’estrazione del tannino.

Frabosa capoluogo si trova a 650 m s.l.m., è sede del comune; vi è la Chiesa Parrocchiale di S. Giorgio, costruita nell'anno 1650, in stile neoclassico a tre navate con pianta a croce latina; sorge al posto di un'antica cappella; al suo interno vi è un organo meccanico di grande valore del 1838, restaurato e opere del pittore locale Andrea Vinaj. In paese in ottobre si svolge la sagra della castagna, ormai giunta alla 24a edizione, in aprile la festa patronale di San Giorgio, e alla fine di giugno la sfilata dei carri trainati da animali per festeggiare i margari che salgono agli alpeggi per la stagione estiva.

Segue la borgata Miroglio - famosa per le grotte del Caudano e le cave di marmo - e poi si incontra un bivio, da un lato si arriva a Frabosa Soprana (comune a se’ stante) e dall’altro ad Artesina (il nome deriva dalla massiccia presenza di rododendri, artezìn nel dialetto locale), a 1300 m s.l.m., e a Prato Nevoso, nella Conca del Prel, a 1500 m. Queste due frazioni sono nate negli anni ’60 ad opera di imprenditori liguri, con la costruzione di impianti sciistici e successivamente si sono notevolmente sviluppate con la costruzione in tempi brevi di grandi palazzi adibiti a residence, alberghi e attività commerciali, anche se talvolta in maniera un po’ indiscriminata. Questo ha fatto sì che il comune si sia trasformato in pochi anni da un paese dedito prevalentemente all’agricoltura, al pascolo e all’estrazione del marmo, in un paese con prevalente sviluppo turistico. Il numero delle seconde case, utilizzate per lo più in inverno, è di circa 6500!

Anticamente Frabosa Sottana si chiamava Ferraria e per i molti boschi che si trovavano sul territorio fu chiamata “Ferraria ad Boschos” , denominazione che venne poi abbreviata in Frabosa; il nome Frabosa potrebbe derivare dal ferro e dalla legna, due elementi di cui il territorio era ricco. Frabosa Sottana venne fondata ufficialmente dai Romani nei primi secoli dopo Cristo, che la chiamarono “Rocha Ferraria”, dalla montagna rocciosa sopra al paese, ricca appunto di ferro. Il nome di Frabosa si è formato tra il 1000 ed il 1100, quando Frabosa Sottana si unì a Frabosa Soprana. Frabosa assunse dal 1200 per alcuni secoli la denominazione di “Frabosa dei mulini”, per la presenza in zona di molte macine mosse dall’acqua del Maudagna. La separazione tra le due Frabosa avvenne nel 1596, a causa probabilmente delle diverse radici etniche e linguistiche, a Soprana la popolazione aveva radici montanare ed una parlata Kié (occitana), a Sottana era multietnica. I Liguri furono i primi abitanti storici di Frabosa Sottana, (dal VI al II secolo Avanti Cristo) che si stanziarono lungo il corso del Maudagna, poi si succedettero prima dell’arrivo dei Romani popolazioni di origine celtica. I Romani cominciarono ad aprire a Frabosa Sottana delle cave per l’estrazione del marmo bianco e a sfruttare i giacimenti ferrosi, e iniziarono la coltivazione dei terreni con la produzione di grano, segale e uva. Intorno al 900 iniziarono le invasioni dei Saraceni, e vi sono tuttora ampie testimonianze sia nella toponomastica, che nel lessico, che nei cognomi.
Lodovico Marchisio, alpinista e scrittore, autore
assieme a Paola Tirone dell'articolo "Un nuovo
sentiero si fa largo tra la storia" per la rivista
Panorami delle vallate alpine


Ed eccoci alla descrizione tecnica del sentiero in oggetto


Nome: Rocca Davì

Quota: 832 m

Gruppo montuoso: Alpi Occidentali e nella fattispecie Alpi Liguri

Punto di partenza: Miroglio (762 m)

Dislivello: 60 m

Ore: 3 h

Difficoltà: Escursionistica (salvo la digressione non obbligata alla vetta PD-)

Periodo: Tutto l’anno vista la bassa quota, esclusi soltanto i periodi di nevicate eccezionali

Accesso: Autostrada Torino, Savona, uscita a Mondovì, proseguimento per Villanova, deviare quindi a sinistra ove vi è il cartello per Frabosa Soprana, Stazioni sciistiche. La frazione che fa da spartiacque è Frabosa Sottana. Da qui si prosegue a destra in direzione di Artesina e Prato Nevoso. Attraversare su un ponte che s’incontra prima del paese di Miroglio il torrente (strada che valica il Maudagna e si dirige al Camposanto della frazione in oggetto), parcheggiando subito oltre il ponte (destra idrografica), in concomitanza del primo cartello ambivalente che indica il sentiero Francesco Musso.

Itinerario: Dal parcheggio si segue il sentiero dell’acquedotto fino ad una prima chiusa. Transitare a destra sino a portarsi sull’acquedotto vero e proprio. Percorrerlo per circa 1 km. Caratteristico è un primo rientro con mancorrente. Dopo altri 500 metri s’incontra la galleria di cui l’ENEL ha la manutenzione che resta per gran parte dell’anno chiusa al pubblico. Qui il sentiero s’interrompeva. Grazie al lavoro compiuto dai volontari Beppe Borione, Franco Stuardi, Massimo Viglietti, Daria Fava, Remigio Guardiano e da noi medesimi (Paola e Lodovico) che abbiamo stilato quest’itinerario, si scavalca ora, in attesa che venga completamente allestito, sul lato a monte, la galleria riaprendo definitivamente il vecchio percorso pedonale che collegava un tempo Miroglio con Frabosa e che a causa di quest’interruzione si era perso nella memoria dei tempi.

Sul colletto antistante, prima di scendere dal lato opposto e tornare sul sentiero dell’acquedotto, si trova la targa del sentiero dedicato alla memoria di Francesco Musso. Solo per chi non soffre di vertigini è da qui possibile una digressione alla vetta della Rocca Davì (dal sentiero pianeggiante alla vetta meno di 60 m di dislivello in totale, 15 m per ascendere il cocuzzolo finale). Dalla targa su menzionata quindi girare a sinistra (passo di I°) per salire il torrione alla base dell’ampio spiazzo erboso. Il torrione più alto che si stacca dal prato di 15 m si sale a sinistra di chi sale per una facile crestina esposta di II°. In vetta vi è il nome della guglia salita (versante nord).

Tornati all’intaglio o colletto scendere ripidamente per tornare sul sentiero dell’acquedotto oltre la galleria. Da qui continuare fino ad un arco naturale molto basso che si può evitare sulla sinistra o compierlo a carponi. Poco oltre s’incontra un secondo sbarramento consistente in un ponte dell’ENEL vietato ai passanti. Occorre scendere sulla destra a lato del ponte stesso (verso di marcia) per una breve traccia che sarà presto rifatta durante l’allestimento del sentiero in maniera ben più distinguibile, sino a scorgere una casetta in legno usata dai gestori della grotta del Caudano che si invita a visitare (digressione di un’ora telefonando a Paolo Voarino, responsabile delle visite) tel.339/5928256. Volendo i lettori di “Panorami” regalarsi un’intera giornata, oltre la visita della grotta, possono anche sostare nei pressi dell’antro turistico un’altra oretta visitando il “parco avventura” ove si potranno compiere passaggi acrobatici in totale sicurezza con l’attrezzatura fornita dai gestori delle grotte e sotto la loro attenta vigilanza.


Vi diamo ora alcune informazioni utili sulla visita delle Grotte del Caudano. Esse si trovano nella frazione di Miroglio a circa 2 km da Frabosa Sottana, furono scoperte nel dicembre 1898 durante la costruzione del serbatoio per l'acquedotto della centrale idroelettrica del paese, che doveva fornire energia alla città di Mondovì. Si pensava di utilizzare la sorgente che appena uscita dalla rupe sfociava nel torrente Maudagna dopo poche decine di metri, ci si accorse però che la fenditura da cui scaturiva l'acqua era abbastanza profonda e ampia; venne ben presto fatta un’esplorazione, si risalì il corso d’acqua sotterraneo e si scoprì così un'ampia cavità ricchissima di concrezioni calcaree, alla quale seguivano altri numerosi antri comunicanti fra loro. Le grotte del Caudano sono lunghe 3200 m, sono le più estese d'Italia e le più ricche di stalattiti e stalagmiti, l’ingresso è posto a quota 750 m s.l.m. Il termine "Caudano" deriva dal termine “caud” in dialetto piemontese, che significa “caldo” e va attribuito al fatto che il piccolo torrente che scaturisce dalle viscere della montagna ha per tutto l’anno una temperatura costante di circa 10 °C quindi in inverno non gela mai; ha una portata abbastanza costante anche a seguito di forti precipitazioni, ma il livello dell'acqua può variare in relazione all'apertura o chiusura della vasca esterna di raccolta che alimenta la centrale idroelettrica. Le grotte sono originate dall'azione di due torrenti ipogei confluenti e sono costituite da un complesso di gallerie per lo più orizzontali sviluppate su quattro piani, in certi punti sono comunicanti, a causa di crolli occasionali. In inverno si possono osservare meravigliose stalattiti e colonne di ghiaccio che creano spettacolari giochi di colori e riflessi; queste concrezioni si formano grazie all'aria fredda proveniente dall'esterno e quindi si trovano esclusivamente nei primi metri della grotta dove la temperatura è più bassa.

Nelle grotte sono state rinvenute ossa, la maggior parte delle quali si attribuiscono all’”ursus spelaeus”, l'antico orso delle caverne vissuto tra gli 80 mila e i 12 mila anni fa nel sud dell'Europa.
Tra le curiosità più interessanti, nel 1961 vi fu una importante spedizione a cura del CAI Uget di Torino, denominata “700 ore sotto terra”, durante la quale 10-12 speleologi, con alcuni animali domestici – galline, capre, conigli – sono stati un mese nella grotta per studiare l’effetto della vita sotterranea; questa impresa, svolta per la prima volta al mondo, venne documentata dalla Rai da Emilio Fede. Il carsismo è molto diffuso in tutta la zona, è uno dei più caratteristici in Italia; in Valle Corsaglia vi è la grotta di Bossea, frazione di Frabosa Soprana e in Valle Ellero la grotta dei Dossi a Villanova Mondovì.

Nel 1992 nelle grotte del Caudano sono stati fatti interventi per la valorizzazione turistica (luci, scale, passerelle), successivamente vennero date in gestione al Comune di Frabosa e poi alla Proloco, e dal 2006 all’associazione Mondolè. Le grotte sono visitabili durante tutto l'anno il sabato la domenica ed i giorni festivi (durante il mese di agosto e nelle vacanze Natalizie e Pasquali apertura tutti i giorni), negli altri giorni solo su prenotazione. La durata della visita è di circa 60-70 minuti. Per ulteriori informazioni si possono consultare i siti: www.parcodelcaudano.it, www.frabosasottana.com, www.mondole.it



Il sentiero, oltrepassato il “Parco Avventura” prosegue in piano sin sopra l’abitato di Frabosa Sottana. A sinistra di un tubo di contenimento dell’acqua il sentiero scende a zig – zag infilandosi nel sottostante bosco di castani sino a sbucare 100 metri sopra Frabosa Sottana, sulla strada che dalla frazione di Sottana porta alla frazione Serro di Soprana. Si consiglia di lasciare un’auto all’arrivo e una alla partenza per poter tornare a riprendere il vostro mezzo.


Posto tappa consigliato è l’albergo Italia di Frabosa Sottana (tel. 338/3939148 – 0174/4244000) che vi farà riscoprire antichi sapori con prodotti tipici a un prezzo conveniente, in quanto anche la titolare Anna Viglietti col marito e l’intera famiglia stanno contribuendo a quest’iniziativa.

La moglie di Francesco ved. Marilena Musso desidera a conclusione di quest’itinerario regalare anche a tutti i lettori di “Panorami” le parole che ha consegnato, impresse su un ricordino, ai convenuti all’inaugurazione di questo sentiero: “Mi ritroverete in tutto quello che amavo... Sarò nel fruscio delle foglie, nel profumo dei boschi e per sempre nel vostro cuore.”