Frabosa Sottana sarà teatro nei giorni 11 e 12 maggio 2013 di un convegno organizzato dal CAI di Torino e dal direttivo della Commissione interregionale della tutela ambiente montano (T.A.M.) fungente anche da aggiornamento per i nuovi operatori regionali naturalistici, nell'ambito delle celebrazioni per i 150 anni di fondazione del Club Alpino Italiano.
La manifestazione prevede al sabato il raduno dei partecipanti all'Albergo Italia alle ore 10,00, seguiranno i saluti di Lodovico Marchisio, del Sindaco di Frabosa Sottana Giovanni Comino, di Michele Colonna, del presidente CAI di Mondovì. A seguire le relazioni di Massimo Andreis Allamandola, Ivo Reano, Andrea Sappino. Dopo il pranzo alle 15,00 relazioni del presidente CAI di Cuneo e di Oscar Casanova. A seguire le visite al Museo della Montagna di Miroglio con la partecipazione del Sindaco Giovanni Comino e di Gianni Dulbecco che illustreranno ai nuovi operatori naturalistici le sale del Museo che ha sede nelle ex scuole elementari della borgata e al Parco del Caudano, dove Paolo Voarino e l'associazione Parco del Caudano, spiegheranno ai convenuti il delicato equilibrio naturale delle grotte del Caudano che con i loro 3200 metri di lunghezza, sono turisticamente tra le più estese d'Italia e le più ricche di statattiti e stalagmiti. Nel tardo pomeriggio si terrà il convegno con proiezione di filmati e lezione di Oscar Casanova. Domenica sarà interamente dedicata a far conoscere ai nuovi operatori regionali il raccordo del sentiero Francesco Musso che va da Miroglio a Frabosa Sottana, con il sentiero delle Rocce di Costabella in frazione Serro. L'unione ideale di questi due sentieri sarà dedicato ai 150 anni del CAI. l'escursione sull'anello sentiero F. Musso e sentiero 150 CAI da Miroglio a Frabosa Sottana. Sotto il programma dettagliato dell'evento.
IL PROGRAMMA
SABATO 11 MAGGIO:
ore 10,00 - Ritrovo all'Albergo Italia di Frabosa Sottana.
ore 10,30 - Saluto di Lodovico Marchisio che introduce gli ospiti;
ore 10,30 - Saluto del Sindaco di Frabosa Sottana Giovanni Comino;
ore 10,45 - Saluto di Michele Colonna;
ore 11,00 - Saluto del presidente CAI Mondovì
.
ore 11,15 - Massimo Andreis Allamandola, "Frequentaqzione motorizzata di sentieri. Stato dell'arte";
ore 11,45 - Ivo Reano, "Legge sui sentieri della Regione Piemonte;
ore 12,15 - Andrea Sappino, "Legge sui sentieri della Regione Valle d'Aosta. Legge valdostana sullì'eliski;
ore 12,45 - Pranzo all'Albergo Italia.
ore 15,00 - Presidente CAI Cuneo, "Mozione Alpi del Sole su eliski";
ore 15,30 - Oscar Casanova, "Adattamenti della flora e fauna e impatto".
ore 16,00 - Un'laternativa non motorizzata di frequentazione. Escursione alle Grotte del Caudano e al Museo della Montagna e della sua gente di Miroglio.
ore 18,30 - Rientro in albergo.
ore 19,30 - Cena presso Albergo Italia
ore 21,30 - Serata in memoria di Francesco Musso e presentazione del Sentiero Musso.
ore 23,00 - Pernottamento nella struttura
Rocce Costabella - Il Sentiero Francesco Musso |
DOMENICA 12 MAGGIO:
ore 10,00 - Partenza per l'escursione al sentiero "Francesco Musso". Difficoltà escursione : T, dislivello: 250 m; tempo di percorrenza: 4h30. Durante il percorso pranzo al sacco.
ore 16,00 - Arrivo a Frabosa Sottana. Saluti e congedo.
La paletta indicante il sentiero Rocce Costabella |
Preparazione del Sentiero con l'apposizione delle targhette indicanti il percorso |
UN NUOVO SENTIERO COLLEGA MIROGLIO A FRABOSA SOTTANA
a cura di Paola Tirone e Lodovico Marchisio
Un nuovo sentiero intitolato alla memoria di Francesco Musso (presidente della commissione Tutela Ambiente Montano del CAI Piemonte) è nato in Val Maudagna (Alpi Liguri) tra Miroglio e Frabosa Sottana e percorribile dal 7 ottobre 2012, data dell’inaugurazione. Questo sentiero costruito dagli amici della GEB, sottosezione del CAI sezione di Torino verrà presto ripristinato totalmente dalle Alpi del Sole con la collaborazione del comune di Frabosa Sottana e del Club Alpino Italiano che con Lega Ambiente hanno abbracciato l’idea e lo hanno già inserito nei propri programmi di allestimento sentieri.
La valenza di questo tracciato è molteplice. In primo luogo accanto al posto di partenza vi è il Museo della Montagna di Miroglio che merita visitare. Esso ha sede nelle ex scuole elementari della borgata Miroglio, ed è stato istituito nel 2005 a cura di un gruppo di persone del paese, con lo scopo di conservare e non far dimenticare il patrimonio culturale della montagna con i suoi usi e costumi. In esso vi sono circa 800 oggetti catalogati, provenienti dal paese e zone limitrofe, dell’inizio del ‘900, donati dalla popolazione.
È costituito di 5 locali di diversa grandezza. Il primo è dedicato interamente al lavoro nei boschi e nei campi, vi sono gli attrezzi utilizzati per il taglio degli alberi, il trasporto e la lavorazione della legna, e per la raccolta della frutta. Il secondo locale è dedicato agli animali, al loro allevamento, alle produzioni ed al lavoro, vi sono gli attrezzi per la cura degli animali, per la mungitura e caseificazione, per il trasporto di oggetti e fieno. Nel terzo locale vi sono oggetti da lavoro e della vita quotidiana, come per esempio racchette da neve e sci, lampade, trappole per roditori; la quarta stanza è la ricostruzione della cucina con utensili come stoviglie e pentolame; nella quinta stanza vi sono le attrezzature della camera da letto, abbigliamento, banchi scolastici e utensili della cantina. Da poco è stata inaugurata una sala al piano interrato dedicata all’esposizione di preziosi ricordi del passato frabosano: cimeli di alpini, carabinieri, partigiani e della missione 700 ore sottoterra della grotta del Caudano. Orario di apertura del museo: dalle 15 alle 18 tutto l'anno il sabato e la domenica, in altri periodi su prenotazione telefonando all'Infopoint Mondolé (ufficio turistico) 0174/244481. Ingresso: intero 3 euro, gruppi di 15 persone su prenotazione: 2 euro, ridotto bambini fino a 10 anni: 1,50 euro.
Prima della relazione tecnica del sentiero ecco un po’ di storia di questa località. Frabosa Sottana è un comune della provincia di Cuneo, di circa 1600 abitanti residenti, posto alla confluenza di due piccoli corsi d’acqua (il Serro e lo Straluzzo) con il torrente Maudagna, che dà il nome alla valle, ha un territorio di circa 37 km2; la quota altimetrica va dei 490 m del punto più a valle ai 2280 m della cima del Mondolè. Il comune di Frabosa è composto da 7 frazioni (Gosi di Pianvignale, Pianvignale, Alma Ressia, Miroglio, Riosecco San Giacomo, Artesina, Prato Nevoso). La prima che si incontra, e quindi a bassa quota, è Gosi di Pianvignale, proseguendo dopo alcune centinaia di metri troviamo Pianvignale, circondata da boschi e vigneti, da cui il nome; nel periodo natalizio ha luogo il presepe vivente per le vie della frazione; poi segue Alma Ressia, anch’essa immersa in boschi di castagno, e dalla quale partono molti sentieri; poi Riosecco San Giacomo dove nel 1800 esisteva una fabbrica per la produzione di bottiglie in vetro e una per l’estrazione del tannino.
Frabosa capoluogo si trova a 650 m s.l.m., è sede del comune; vi è la Chiesa Parrocchiale di S. Giorgio, costruita nell'anno 1650, in stile neoclassico a tre navate con pianta a croce latina; sorge al posto di un'antica cappella; al suo interno vi è un organo meccanico di grande valore del 1838, restaurato e opere del pittore locale Andrea Vinaj. In paese in ottobre si svolge la sagra della castagna, ormai giunta alla 24a edizione, in aprile la festa patronale di San Giorgio, e alla fine di giugno la sfilata dei carri trainati da animali per festeggiare i margari che salgono agli alpeggi per la stagione estiva.
Segue la borgata Miroglio - famosa per le grotte del Caudano e le cave di marmo - e poi si incontra un bivio, da un lato si arriva a Frabosa Soprana (comune a se’ stante) e dall’altro ad Artesina (il nome deriva dalla massiccia presenza di rododendri, artezìn nel dialetto locale), a 1300 m s.l.m., e a Prato Nevoso, nella Conca del Prel, a 1500 m . Queste due frazioni sono nate negli anni ’60 ad opera di imprenditori liguri, con la costruzione di impianti sciistici e successivamente si sono notevolmente sviluppate con la costruzione in tempi brevi di grandi palazzi adibiti a residence, alberghi e attività commerciali, anche se talvolta in maniera un po’ indiscriminata. Questo ha fatto sì che il comune si sia trasformato in pochi anni da un paese dedito prevalentemente all’agricoltura, al pascolo e all’estrazione del marmo, in un paese con prevalente sviluppo turistico. Il numero delle seconde case, utilizzate per lo più in inverno, è di circa 6500!
Anticamente Frabosa Sottana si chiamava Ferraria e per i molti boschi che si trovavano sul territorio fu chiamata “Ferraria ad Boschos” , denominazione che venne poi abbreviata in Frabosa; il nome Frabosa potrebbe derivare dal ferro e dalla legna, due elementi di cui il territorio era ricco. Frabosa Sottana venne fondata ufficialmente dai Romani nei primi secoli dopo Cristo, che la chiamarono “Rocha Ferraria”, dalla montagna rocciosa sopra al paese, ricca appunto di ferro. Il nome di Frabosa si è formato tra il 1000 ed il 1100, quando Frabosa Sottana si unì a Frabosa Soprana. Frabosa assunse dal 1200 per alcuni secoli la denominazione di “Frabosa dei mulini”, per la presenza in zona di molte macine mosse dall’acqua del Maudagna. La separazione tra le due Frabosa avvenne nel 1596, a causa probabilmente delle diverse radici etniche e linguistiche, a Soprana la popolazione aveva radici montanare ed una parlata Kié (occitana), a Sottana era multietnica. I Liguri furono i primi abitanti storici di Frabosa Sottana, (dal VI al II secolo Avanti Cristo) che si stanziarono lungo il corso del Maudagna, poi si succedettero prima dell’arrivo dei Romani popolazioni di origine celtica. I Romani cominciarono ad aprire a Frabosa Sottana delle cave per l’estrazione del marmo bianco e a sfruttare i giacimenti ferrosi, e iniziarono la coltivazione dei terreni con la produzione di grano, segale e uva. Intorno al 900 iniziarono le invasioni dei Saraceni, e vi sono tuttora ampie testimonianze sia nella toponomastica, che nel lessico, che nei cognomi.
Lodovico Marchisio, alpinista e scrittore, autore assieme a Paola Tirone dell'articolo "Un nuovo sentiero si fa largo tra la storia" per la rivista Panorami delle vallate alpine |
Ed eccoci alla descrizione tecnica del sentiero in oggetto
Nome: Rocca Davì
Quota: 832 m
Gruppo montuoso: Alpi Occidentali e nella fattispecie Alpi Liguri
Punto di partenza: Miroglio (762 m )
Dislivello: 60 m
Ore: 3 h
Difficoltà: Escursionistica (salvo la digressione non obbligata alla vetta PD-)
Periodo: Tutto l’anno vista la bassa quota, esclusi soltanto i periodi di nevicate eccezionali
Accesso: Autostrada Torino, Savona, uscita a Mondovì, proseguimento per Villanova, deviare quindi a sinistra ove vi è il cartello per Frabosa Soprana, Stazioni sciistiche. La frazione che fa da spartiacque è Frabosa Sottana. Da qui si prosegue a destra in direzione di Artesina e Prato Nevoso. Attraversare su un ponte che s’incontra prima del paese di Miroglio il torrente (strada che valica il Maudagna e si dirige al Camposanto della frazione in oggetto), parcheggiando subito oltre il ponte (destra idrografica), in concomitanza del primo cartello ambivalente che indica il sentiero Francesco Musso.
Itinerario: Dal parcheggio si segue il sentiero dell’acquedotto fino ad una prima chiusa. Transitare a destra sino a portarsi sull’acquedotto vero e proprio. Percorrerlo per circa 1 km . Caratteristico è un primo rientro con mancorrente. Dopo altri 500 metri s’incontra la galleria di cui l’ENEL ha la manutenzione che resta per gran parte dell’anno chiusa al pubblico. Qui il sentiero s’interrompeva. Grazie al lavoro compiuto dai volontari Beppe Borione, Franco Stuardi, Massimo Viglietti, Daria Fava, Remigio Guardiano e da noi medesimi (Paola e Lodovico) che abbiamo stilato quest’itinerario, si scavalca ora, in attesa che venga completamente allestito, sul lato a monte, la galleria riaprendo definitivamente il vecchio percorso pedonale che collegava un tempo Miroglio con Frabosa e che a causa di quest’interruzione si era perso nella memoria dei tempi.
Sul colletto antistante, prima di scendere dal lato opposto e tornare sul sentiero dell’acquedotto, si trova la targa del sentiero dedicato alla memoria di Francesco Musso. Solo per chi non soffre di vertigini è da qui possibile una digressione alla vetta della Rocca Davì (dal sentiero pianeggiante alla vetta meno di 60 m di dislivello in totale, 15 m per ascendere il cocuzzolo finale). Dalla targa su menzionata quindi girare a sinistra (passo di I°) per salire il torrione alla base dell’ampio spiazzo erboso. Il torrione più alto che si stacca dal prato di 15 m si sale a sinistra di chi sale per una facile crestina esposta di II°. In vetta vi è il nome della guglia salita (versante nord).
Tornati all’intaglio o colletto scendere ripidamente per tornare sul sentiero dell’acquedotto oltre la galleria. Da qui continuare fino ad un arco naturale molto basso che si può evitare sulla sinistra o compierlo a carponi. Poco oltre s’incontra un secondo sbarramento consistente in un ponte dell’ENEL vietato ai passanti. Occorre scendere sulla destra a lato del ponte stesso (verso di marcia) per una breve traccia che sarà presto rifatta durante l’allestimento del sentiero in maniera ben più distinguibile, sino a scorgere una casetta in legno usata dai gestori della grotta del Caudano che si invita a visitare (digressione di un’ora telefonando a Paolo Voarino, responsabile delle visite) tel.339/5928256. Volendo i lettori di “Panorami” regalarsi un’intera giornata, oltre la visita della grotta, possono anche sostare nei pressi dell’antro turistico un’altra oretta visitando il “parco avventura” ove si potranno compiere passaggi acrobatici in totale sicurezza con l’attrezzatura fornita dai gestori delle grotte e sotto la loro attenta vigilanza.
Vi diamo ora alcune informazioni utili sulla visita delle Grotte del Caudano. Esse si trovano nella frazione di Miroglio a circa 2 km da Frabosa Sottana, furono scoperte nel dicembre 1898 durante la costruzione del serbatoio per l'acquedotto della centrale idroelettrica del paese, che doveva fornire energia alla città di Mondovì. Si pensava di utilizzare la sorgente che appena uscita dalla rupe sfociava nel torrente Maudagna dopo poche decine di metri, ci si accorse però che la fenditura da cui scaturiva l'acqua era abbastanza profonda e ampia; venne ben presto fatta un’esplorazione, si risalì il corso d’acqua sotterraneo e si scoprì così un'ampia cavità ricchissima di concrezioni calcaree, alla quale seguivano altri numerosi antri comunicanti fra loro. Le grotte del Caudano sono lunghe 3200 m , sono le più estese d'Italia e le più ricche di stalattiti e stalagmiti, l’ingresso è posto a quota 750 m s.l.m. Il termine "Caudano" deriva dal termine “caud” in dialetto piemontese, che significa “caldo” e va attribuito al fatto che il piccolo torrente che scaturisce dalle viscere della montagna ha per tutto l’anno una temperatura costante di circa 10 °C quindi in inverno non gela mai; ha una portata abbastanza costante anche a seguito di forti precipitazioni, ma il livello dell'acqua può variare in relazione all'apertura o chiusura della vasca esterna di raccolta che alimenta la centrale idroelettrica. Le grotte sono originate dall'azione di due torrenti ipogei confluenti e sono costituite da un complesso di gallerie per lo più orizzontali sviluppate su quattro piani, in certi punti sono comunicanti, a causa di crolli occasionali. In inverno si possono osservare meravigliose stalattiti e colonne di ghiaccio che creano spettacolari giochi di colori e riflessi; queste concrezioni si formano grazie all'aria fredda proveniente dall'esterno e quindi si trovano esclusivamente nei primi metri della grotta dove la temperatura è più bassa.
Nelle grotte sono state rinvenute ossa, la maggior parte delle quali si attribuiscono all’”ursus spelaeus”, l'antico orso delle caverne vissuto tra gli 80 mila e i 12 mila anni fa nel sud dell'Europa.
Tra le curiosità più interessanti, nel 1961 vi fu una importante spedizione a cura del CAI Uget di Torino, denominata “700 ore sotto terra”, durante la quale 10-12 speleologi, con alcuni animali domestici – galline, capre, conigli – sono stati un mese nella grotta per studiare l’effetto della vita sotterranea; questa impresa, svolta per la prima volta al mondo, venne documentata dalla Rai da Emilio Fede. Il carsismo è molto diffuso in tutta la zona, è uno dei più caratteristici in Italia; in Valle Corsaglia vi è la grotta di Bossea, frazione di Frabosa Soprana e in Valle Ellero la grotta dei Dossi a Villanova Mondovì.
Tra le curiosità più interessanti, nel 1961 vi fu una importante spedizione a cura del CAI Uget di Torino, denominata “700 ore sotto terra”, durante la quale 10-12 speleologi, con alcuni animali domestici – galline, capre, conigli – sono stati un mese nella grotta per studiare l’effetto della vita sotterranea; questa impresa, svolta per la prima volta al mondo, venne documentata dalla Rai da Emilio Fede. Il carsismo è molto diffuso in tutta la zona, è uno dei più caratteristici in Italia; in Valle Corsaglia vi è la grotta di Bossea, frazione di Frabosa Soprana e in Valle Ellero la grotta dei Dossi a Villanova Mondovì.
Nel 1992 nelle grotte del Caudano sono stati fatti interventi per la valorizzazione turistica (luci, scale, passerelle), successivamente vennero date in gestione al Comune di Frabosa e poi alla Proloco, e dal 2006 all’associazione Mondolè. Le grotte sono visitabili durante tutto l'anno il sabato la domenica ed i giorni festivi (durante il mese di agosto e nelle vacanze Natalizie e Pasquali apertura tutti i giorni), negli altri giorni solo su prenotazione. La durata della visita è di circa 60-70 minuti. Per ulteriori informazioni si possono consultare i siti: www.parcodelcaudano.it, www.frabosasottana.com, www.mondole.it
Il sentiero, oltrepassato il “Parco Avventura” prosegue in piano sin sopra l’abitato di Frabosa Sottana. A sinistra di un tubo di contenimento dell’acqua il sentiero scende a zig – zag infilandosi nel sottostante bosco di castani sino a sbucare
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Posto tappa consigliato è l’albergo Italia di Frabosa Sottana (tel. 338/3939148 – 0174/4244000) che vi farà riscoprire antichi sapori con prodotti tipici a un prezzo conveniente, in quanto anche la titolare Anna Viglietti col marito e l’intera famiglia stanno contribuendo a quest’iniziativa.
La moglie di Francesco ved. Marilena Musso desidera a conclusione di quest’itinerario regalare anche a tutti i lettori di “Panorami” le parole che ha consegnato, impresse su un ricordino, ai convenuti all’inaugurazione di questo sentiero: “Mi ritroverete in tutto quello che amavo... Sarò nel fruscio delle foglie, nel profumo dei boschi e per sempre nel vostro cuore.”