IL PRESEPE VIVENTE DI PIANVIGNALE
E' in una delle frazioni del comune di Frabosa Sottana,
Pianvignale, che si svolge una delle manifestazioni più importanti dell'inverno frabosano: il presepe vivente.
Esso rappresenta infatti il punto di incontro tra il turismo della neve e la
popolazione locale. Sono circa tremilacinquecento in media i visitatori nelle
tre serate ed è una importantissima
occasione per far conoscere ed apprezzare ai turisti la bassa valle con i prodotti
tipici della sua agricoltura: le mele e
le castagne, il formaggio, il pane, il
burro ed il miele, la polenta. La riproposizione dei mestieri di un tempo
ha lo scopo di ricercare e mantenere in
vita mestieri e abilità dimenticate che sono state parte fondamentale del
nostro percorso storico e quindi del nostro essere di oggi. Riproporre
il modo di vivere della gente di montagna dove ogni cosa era frutto di
fatica e di ingegno, dove l'arte si tramandava da padre a figlio, in un mondo
più povero ma più solidale dove il necessario bastava, ci porta molto vicino
alla semplicità ed al mistero della grotta di Betlemme.
E' una storia lunga quella del
presepe vivente di Pianvignale; comincia infatti nei primi anni 80 quando su
iniziativa di Suor Ivana, animatrice instancabile dell'asilo e della vita parrocchiale, i pianvignalesi dettero
vita alla prima edizione. Gli anni passano ed il presepe, dopo una interruzione
di alcuni anni viene ripreso nel 2003, questa volta con lo stimolo della Pro
loco e dell’allora presidente Paolo Bruno, pur rimanendo, come da sempre,
frutto della collaborazione e soprattutto del lavoro della gente di
Pianvignale.
Grande lo sforzo organizzativo che
impegna la Pro loco di Frabosa Sottana e gli abitanti di Pianvignale per un paio di mesi nell'imminenza del
Natale. Vengono allestite infatti più di quarantacinque postazioni dove vengono
rappresentati una cinquantina di
mestieri antichi, dallo scalpellino al fonditore, dal panettiere alla
ricamatrice al maniscalco e poi il mulino, il caldarrostaio, il formaggiaio…..
la reggia di Erode, la capanna del Bambin Gesù. I figuranti sono circa
centosettanta e ognuno di essi
veste da antico abitante di Betlemme.
Sono vere e proprie creazioni di alta sartoria i costumi di Erode, dei Magi e
dei soldati romani.
Sono una trentina gli animali tra
pecore, capre, asini, mucche e cavalli che vengono ogni volta trasportati sulla
scena del presepe per la gioia e la curiosità dei bambini sempre numerosissimi
ed interessati.
Ecco una breve descrizione degli
antichi mestieri rappresentati nel presepe vivente: cominciamo con il cestaio
che utilizzando strumenti molto antichi e un forno per scaldare il legno,
spiana rami di castagno selvatico, li piega e li intreccia con maestria creando
ceste e cestini. Nel presepe si è ricreata una fonderia, nella quale un abile
artigiano fonde scarti di metallo nel forno a carbone e li cola in stampi di
terra mostrando i visitatori tutto il procedimento. I cordai, utilizzando
curiosi marchingegni intrecciano la canapa fino ad ottenere robuste corde di considerevole
lunghezza. Il fabbricante di rastrelli fa vedere come d'inverno, in un passato
nemmeno troppo remoto, i contadini si fabbricassero gli attrezzi di uso comune,
utilizzando le cose che avevano a disposizione ossia il legno e qualche
attrezzo da taglio. Nel presepe vivente sono rappresentati anche mestieri
tipicamente femminili quali la ricamatrice, la merlettaia, la tessitrice che
crea utilizzando un telaio ricostruito, tessuti di rara bellezza, la creatrice
di candele artistiche. Una abile ceramista, artigiana di fama, fa vedere come
si creano piatti e oggetti partendo dalla creta, i battitori di rame, partendo
da una lastra grezza del prezioso metallo, modellano a colpi di martello e di
bulino candelieri, piatti e vasi. Il falegname utilizzando attrezzi antichi e
la sua abilità mostra come si costruivano tavoli e sedie un tempo, mentre il
materassaio carda la lana e ricuce i materassi come si faceva tanto tempo fa.
Grande attrattiva per grandi e piccini è la bottega del maniscalco dove l'abile
artigiano produce il ferro da cavallo sulla forgia e fa vedere, senza peraltro
applicare il ferro sullo zoccolo per non offendere l'animale, come venivano
curati e ferrati gli zoccoli dei cavalli. Accanto alla bottega del maniscalco
troviamo altri due caratteristici mestieri di una volta: l’impagliatore di
sedie ed il moleta che si occupava di affilare coltelli e attrezzi agricoli:
erano mestieri ambulanti, a volte esercitati in cambio di ospitalità e di cibo.
Ecco si sentono i colpi secchi dell'accetta dei boscaioli che segano tronchi e
preparano la legna per l'inverno. Gli abili battitori ricavano dalle castagne
essiccate le cosiddette castagne bianche, per secoli cibo quotidiano nella
stagione invernale nelle nostre valli. Vicino ai battitori i caldarrostai che
preparano saporite caldarroste per i visitatori. Il negozio delle sementi
espone una notevole varietà di specie che i nostri contadini utilizzavano nei
campi. Proseguendo nel nostro viaggio tra gli antichi mestieri incontriamo
l’intrecciatore di vimini che produce cestini e oggetti d’arte partendo da
semplici rami, il formaggiaio che ci fa
vedere come si cagliava il latte , come si preparavano le forme di formaggio e
i pani di burro. Poco più su ecco gli spannocchiatori, il ciclo della meliga:
dalla pannocchia alla sgranatura fatta con una macchina a mano vecchia di
cent'anni. Dalla pannocchia di mais alla polenta il passo è breve ed ecco il
“caudrot” ossia il pentolone dove cuoce la polenta, che per anni è stata uno
degli alimenti base della dieta contadina. Oggi la polenta è cibo di qualità ed
è un assaggio molto gradito dai visitatori del presepe vivente. Proseguendo nel
nostro cammino incontriamo l'incisore, colui che con un ferro rovente scrive e
disegna sul legno, il fabbro che nella sua bottega, con l'incudine e il
martello, prepara i chiodi di una volta. In un'altra capanna utilizzando canapa
e cera liquida si preparano le torce che illuminano il presepe mentre nella
vecchia canonica si fila la lana col fuso e la conocchia e con una macchina a
pedale chiamata “ruet” e si lavora a maglia mentre nella stanza vicina il
norcino prepara salami e salsicce accanto a una coppia di abili pastai. Vicino
alla fontana ecco la lavandaia che ha preparato la liscivia nell’apposito
mastello dove ha messo strati di lenzuola e di cenere alternati e facendo
colare da sopra acqua calda ha fatto il bucato che poi batte e risciacqua sul
bordo della fontana. Nei pressi della reggia di Erode troviamo l'artigiano dei
mosaici e la bambolaia che crea le bambole di un tempo utilizzando stracci e
foglie di meliga mentre lì vicino un mestiere ormai desueto: quello dello
scrivano che in tempo di analfabetismo diffuso aiutava a redigere atti,
scrivere lettere.
Ecco una capanna di autentici
artisti: gli scultori del legno, una vera e propria bottega di una volta con
maestri e allievi che ricavano autentiche opere d'arte davanti gli sguardi
stupiti dei visitatori. Più in là il panettiere con il forno a legna
appositamente ricostruito per il presepe: farina acqua e lievito madre, il fuoco
della legna ed ecco il profumo del pane appena sfornato si spande per tutto
Pianvignale. Accanto agli antichi mestieri è rappresentata anche la tradizione
gastronomica del luogo, abbiamo parlato prima della polenta, delle castagne, ma
nel presepe vivente possiamo assaggiare anche le frittelle fatte con le mele
prodotte in loco, possiamo gustare le marmellate che un abile massaia produce,
possiamo passare all'osteria per un vin brulé un caffè e una cioccolata.
Abbiamo poi tradizionali personaggi del presepe: il re Erode assiso sul suo
trono nella splendida reggia e circondato di odalische, le guardie romane, i
pastori, i Magi la vigilia dell'Epifania, altri personaggi ancora come la maga,
il mendicante, i giocolieri, e i musici ambulanti.
Tre sono gli appuntamenti con il
presepe vivente, sempre dalle 20,30: la vigilia di Natale, il 29 dicembre ed il
5 gennaio con l'arrivo del corteo dei
Magi alla capanna.
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Ma adesso si spengono le luci sulla collina di Pianvignale, i bus navetta
cominciano il loro andirivieni dal parcheggio situato ai bordi della strada
provinciale alla collina di Pianvignale, intorno alla Chiesa, nell'antico borgo al
chiarore delle fiaccole e dei bracieri, prendono vita le figure del presepe
vivente. Ecco la cometa che guida i pastori alla capanna dove il bue e
l'asinello riscaldano il Bambin Gesù e sulla strada verso la capanna cento e
più personaggi ci incuriosiscono facendoci vedere come un tempo si
intrecciavano le ceste, come si macinava la farina e si cuoceva il pane, come
si fondeva e si batteva il ferro, come si faceva il bucato.......incontriamo
Erode e la sua corte di giocolieri e ancelle, i centurioni romani, artisti e
mendicanti, pastori e boscaioli.....e la magia del Natale si rinnova ogni
volta.