14 dicembre 2014

Frabosa Sottana: anche quest'anno ritorna la magia del Presepe Vivente di Pianvignale il 24 e 29 dicembre 2014 e 5 gennaio 2015






IL PRESEPE VIVENTE DI PIANVIGNALE

  

E' in una delle frazioni del comune di Frabosa Sottana, Pianvignale, che si svolge una delle manifestazioni più importanti  dell'inverno frabosano: il presepe vivente. Esso rappresenta infatti il punto di incontro tra il turismo della neve e la popolazione locale. Sono circa tremilacinquecento in media i visitatori nelle tre serate ed  è una importantissima occasione per far conoscere ed apprezzare ai turisti la bassa valle con i prodotti tipici della sua agricoltura:  le mele e le castagne,  il formaggio, il pane, il burro ed il miele, la polenta. La riproposizione dei mestieri di un tempo ha  lo scopo di ricercare e mantenere in vita mestieri e abilità dimenticate che sono state parte fondamentale del nostro percorso storico e quindi del nostro essere di oggi.  Riproporre  il modo di vivere della gente di montagna dove ogni cosa era frutto di fatica e di ingegno, dove l'arte si tramandava da padre a figlio, in un mondo più povero ma più solidale dove il necessario bastava, ci porta molto vicino alla semplicità ed al mistero della grotta di Betlemme.

E' una storia lunga quella del presepe vivente di Pianvignale; comincia infatti nei primi anni 80 quando su iniziativa di Suor Ivana, animatrice instancabile dell'asilo e della  vita parrocchiale, i pianvignalesi dettero vita alla prima edizione. Gli anni passano ed il presepe, dopo una interruzione di alcuni anni viene ripreso nel 2003, questa volta con lo stimolo della Pro loco e dell’allora presidente Paolo Bruno, pur rimanendo, come da sempre, frutto della collaborazione e soprattutto del lavoro della gente di Pianvignale.




Grande lo sforzo organizzativo che impegna la Pro loco di Frabosa Sottana e gli abitanti di Pianvignale  per un paio di mesi nell'imminenza del Natale. Vengono allestite infatti più di quarantacinque postazioni dove vengono rappresentati  una cinquantina di mestieri antichi, dallo scalpellino al fonditore, dal panettiere alla ricamatrice al maniscalco e poi il mulino, il caldarrostaio, il formaggiaio….. la reggia di Erode, la capanna del Bambin Gesù. I figuranti sono circa centosettanta e  ognuno di essi veste  da antico abitante di Betlemme. Sono vere e proprie creazioni di alta sartoria i costumi di Erode, dei Magi e dei soldati romani.

Sono una trentina gli animali tra pecore, capre, asini, mucche e cavalli che vengono ogni volta trasportati sulla scena del presepe per la gioia e la curiosità dei bambini sempre numerosissimi ed interessati.

Ecco una breve descrizione degli antichi mestieri rappresentati nel presepe vivente: cominciamo con il cestaio che utilizzando strumenti molto antichi e un forno per scaldare il legno, spiana rami di castagno selvatico, li piega e li intreccia con maestria creando ceste e cestini. Nel presepe si è ricreata una fonderia, nella quale un abile artigiano fonde scarti di metallo nel forno a carbone e li cola in stampi di terra mostrando i visitatori tutto il procedimento. I cordai, utilizzando curiosi marchingegni intrecciano la canapa fino ad ottenere robuste corde di considerevole lunghezza. Il fabbricante di rastrelli fa vedere come d'inverno, in un passato nemmeno troppo remoto, i contadini si fabbricassero gli attrezzi di uso comune, utilizzando le cose che avevano a disposizione ossia il legno e qualche attrezzo da taglio. Nel presepe vivente sono rappresentati anche mestieri tipicamente femminili quali la ricamatrice, la merlettaia, la tessitrice che crea utilizzando un telaio ricostruito, tessuti di rara bellezza, la creatrice di candele artistiche. Una abile ceramista, artigiana di fama, fa vedere come si creano piatti e oggetti partendo dalla creta, i battitori di rame, partendo da una lastra grezza del prezioso metallo, modellano a colpi di martello e di bulino candelieri, piatti e vasi. Il falegname utilizzando attrezzi antichi e la sua abilità mostra come si costruivano tavoli e sedie un tempo, mentre il materassaio carda la lana e ricuce i materassi come si faceva tanto tempo fa. Grande attrattiva per grandi e piccini è la bottega del maniscalco dove l'abile artigiano produce il ferro da cavallo sulla forgia e fa vedere, senza peraltro applicare il ferro sullo zoccolo per non offendere l'animale, come venivano curati e ferrati gli zoccoli dei cavalli. Accanto alla bottega del maniscalco troviamo altri due caratteristici mestieri di una volta: l’impagliatore di sedie ed il moleta che si occupava di affilare coltelli e attrezzi agricoli: erano mestieri ambulanti, a volte esercitati in cambio di ospitalità e di cibo. Ecco si sentono i colpi secchi dell'accetta dei boscaioli che segano tronchi e preparano la legna per l'inverno. Gli abili battitori ricavano dalle castagne essiccate le cosiddette castagne bianche, per secoli cibo quotidiano nella stagione invernale nelle nostre valli. Vicino ai battitori i caldarrostai che preparano saporite caldarroste per i visitatori. Il negozio delle sementi espone una notevole varietà di specie che i nostri contadini utilizzavano nei campi. Proseguendo nel nostro viaggio tra gli antichi mestieri incontriamo l’intrecciatore di vimini che produce cestini e oggetti d’arte partendo da semplici rami,  il formaggiaio che ci fa vedere come si cagliava il latte , come si preparavano le forme di formaggio e i pani di burro. Poco più su ecco gli spannocchiatori, il ciclo della meliga: dalla pannocchia alla sgranatura fatta con una macchina a mano vecchia di cent'anni. Dalla pannocchia di mais alla polenta il passo è breve ed ecco il “caudrot” ossia il pentolone dove cuoce la polenta, che per anni è stata uno degli alimenti base della dieta contadina. Oggi la polenta è cibo di qualità ed è un assaggio molto gradito dai visitatori del presepe vivente. Proseguendo nel nostro cammino incontriamo l'incisore, colui che con un ferro rovente scrive e disegna sul legno, il fabbro che nella sua bottega, con l'incudine e il martello, prepara i chiodi di una volta. In un'altra capanna utilizzando canapa e cera liquida si preparano le torce che illuminano il presepe mentre nella vecchia canonica si fila la lana col fuso e la conocchia e con una macchina a pedale chiamata “ruet” e si lavora a maglia mentre nella stanza vicina il norcino prepara salami e salsicce accanto a una coppia di abili pastai. Vicino alla fontana ecco la lavandaia che ha preparato la liscivia nell’apposito mastello dove ha messo strati di lenzuola e di cenere alternati e facendo colare da sopra acqua calda ha fatto il bucato che poi batte e risciacqua sul bordo della fontana. Nei pressi della reggia di Erode troviamo l'artigiano dei mosaici e la bambolaia che crea le bambole di un tempo utilizzando stracci e foglie di meliga mentre lì vicino un mestiere ormai desueto: quello dello scrivano che in tempo di analfabetismo diffuso aiutava a redigere atti, scrivere lettere.















Ecco una capanna di autentici artisti: gli scultori del legno, una vera e propria bottega di una volta con maestri e allievi che ricavano autentiche opere d'arte davanti gli sguardi stupiti dei visitatori. Più in là il panettiere con il forno a legna appositamente ricostruito per il presepe: farina acqua e lievito madre, il fuoco della legna ed ecco il profumo del pane appena sfornato si spande per tutto Pianvignale. Accanto agli antichi mestieri è rappresentata anche la tradizione gastronomica del luogo, abbiamo parlato prima della polenta, delle castagne, ma nel presepe vivente possiamo assaggiare anche le frittelle fatte con le mele prodotte in loco, possiamo gustare le marmellate che un abile massaia produce, possiamo passare all'osteria per un vin brulé un caffè e una cioccolata. Abbiamo poi tradizionali personaggi del presepe: il re Erode assiso sul suo trono nella splendida reggia e circondato di odalische, le guardie romane, i pastori, i Magi la vigilia dell'Epifania, altri personaggi ancora come la maga, il mendicante, i giocolieri, e i musici ambulanti.

Tre sono gli appuntamenti con il presepe vivente, sempre dalle 20,30: la vigilia di Natale, il 29 dicembre ed il 5 gennaio con l'arrivo del corteo dei  Magi alla capanna.

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Ma adesso si spengono le luci  sulla collina di Pianvignale, i bus navetta cominciano il loro andirivieni dal parcheggio situato ai bordi della strada provinciale alla collina di Pianvignale,  intorno alla Chiesa, nell'antico borgo al chiarore delle fiaccole e dei bracieri, prendono vita le figure del presepe vivente. Ecco la cometa che guida i pastori alla capanna dove il bue e l'asinello riscaldano il Bambin Gesù e sulla strada verso la capanna cento e più personaggi ci incuriosiscono facendoci vedere come un tempo si intrecciavano le ceste, come si macinava la farina e si cuoceva il pane, come si fondeva e si batteva il ferro, come si faceva il bucato.......incontriamo Erode e la sua corte di giocolieri e ancelle, i centurioni romani, artisti e mendicanti, pastori e boscaioli.....e la magia del Natale si rinnova ogni volta.